La Fiera di Farfa


Durante la prima metà del 1600 gli interventi di ristrutturazione furono radicali anche nel quartiere fieristico, che aveva subito un notevole degrado e non era più funzionale alle esigenze dei mercanti e dei visitatori di una delle fiere più importanti dell'Italia centrale, dotata di particolari privilegi ed esenzioni. Le merci commerciate a Farfa erano di natura diversa da quelle comprate e vendute durante altre fiere centro-italiane: lana, panni, sete, droghe e cere; non mancavano di certo i prodotti alimentari. Vi accorrevano genti diverse e tra questi soprattutto ebrei, eugubini e reatini. Farfa era utilizzata "come punto di snodo tra le aree appenniniche e l'area romana", per questo il quadro era molto variegato ed interessante per la compravendita.

Farfa - Antica mappa

"Iste est quem tibi promiseram locus"

"Iste est quem tibi promiseram locus: questo è il luogo che ti avevo promesso". 
Secondo una leggenda, nell’ultimo ventennio del VII secolo, Tommaso di Moriana, che viveva a Gerusalemme, in seguito ad una visione della Madonna, esortato a cercare in Sabina i resti di una basilica a lei dedicata, riedificò l’opera costruita dal vescovo Siro e distrutta dai saraceni, dando luogo alla rifondazione della comunità.

A partire dal ‘400 durante il quale gli Orsini divennero gli abbati commendatari, furono costruite nel borgo di Farfa, una serie di botteghe e furono istituite due fiere che si svolgevano per la durata di otto giorni a partire dal 25 marzo, festa dell’Annunciazione della Vergine Maria e l’ 8 di settembre, festa della sua Natività, l’organizzazione era divenuta gradualmente sempre più complessa e si delineò in modo particolareggiato agli inizi del XVIII secolo. Vi era una tabella molto precisa che elencava ben 92 categorie merceologiche diverse. Le stesse vie del quartiere fieristico presero gradualmente il nome dalla tipologia delle merci che si vendevano o dalla provenienza dei mercanti, mentre furono costruite locande per ospitare i visitatori e osterie con la cantina sottostante, gestite da abitanti dei castelli più prossimi appartenenti alla signoria monastica. La fiera aveva una dimensione strettamente regionale ed era frequentata in gran parte dagli abitanti di Roma, Rieti, Narni, Cittaducale, Terni e di insediamenti minori posti nelle vicinanze. Le attività di costruzione delle nuove botteghe sono registrate a partire dal 1480/81. I mercanti interessati erano di diverse provenienze. Una grande svolta si ebbe durante il XVI secolo con l’introduzione a Farfa della riforma di S.Giustina con un rinnovamento nel profondo della comunità monastica. In parallelo ai lavori di ristrutturazione dell’abbazia, ci fu un graduale ampliamento dell’ area fieristica.

Nel 1570 fu costruita una fontana ad uso dei mercanti, furono realizzate un maggior numero di botteghe articolate secondo uno schema essenziale e razionalista che prevedeva come modello al piano terra il negozio di esposizione delle merci e al piano superiore il magazzino e l’alloggio per il mercante. Attestata anche la presenza di più modeste capanne come piccoli spazi espositivi, efficaci per la vendita di merci di poco conto e di scarso ingombro. In parallelo alla via maestra si svilupparono una serie di vie come la via dei mercanti romani, la piazza e la via dei coramari, la strada dei calzolai e dei conciatori, la via dei funari e dei calderali, la via dei chiavari e quella dei venditori di droghe e cere. Papa Sisto V volle trasferire la fiera di settembre a Roma, nei pressi di piazza Termini, debitamente ampliata di una serie di botteghe ma senza un buon risultato. Le cosiddette “botteghe di Farfa” rimasero inattive e furono abbattute quando fu edificata la stazione ferroviaria di Termini. Nel 2000 fu istituzionalizzata la “Fiera di Farfa” con l’ esposizione di prodotti principalmente agroalimentari e artigianali. La Fiera fu denominata anche “Fiera dell’olio nuovo” in quanto fu individuato come unico periodo quello successivo alla raccolta delle olive, tra fine novembre e la prima metà di dicembre. 

Quest’anno (2017) la XVII Fiera di Farfa si svolgerà nelle giornate dell’ 8, 9 e 10 dicembre.

La Fiera di Farfa è sempre stata un "buon mercato": un buon luogo di scambio, non soltanto di articoli vari ma di socialità, comunità, tendenze, prospettive e speranze, perché un affare in cui si guadagna soltanto del denaro, non può essere un buon affare. 

La Fiera di Farfa offre agli espositori una vetrina particolare perché affonda le proprie radici nella storia e nella tradizione, lasciando al visitatore non soltanto una shopper, ma il background vitale che fa dell'olio, del prodotto tipico e dell'artigianato artistico, un'economia seria e una piacevole riscoperta.